La Riforma Fiscale propone di bloccare la base imponibile su cui calcolare le imposte, previa adesione al patto vincolante per due anni.

Il Dlgs Accertamento definisce i principi e i criteri di attuazione del cd concordato preventivo biennale, che si concretizza nella possibilità di pagare le imposte sui redditi e IRAP sulla base di quanto dichiarato nei due anni precedenti, a prescindere dagli effettivi guadagni, sia essi in aumento o in diminuzione, prodotti a partire dall’adesione, per i successivi due anni.

La proposta avanzata dal Fisco, previo controllo del possesso dei requisiti, potrà essere accettata o rifiutata.

In caso di accettazione, il contribuente si impegna a rispettare il patto in maniera vincolante per i due anni d’imposta successivi, pur mantenendo gli obblighi contabili e dichiarativi, senza essere sottoposti agli accertamenti di cui all’art. 39 del DPR n. 600/73.  Tuttavia, potranno comunque essere inviati controlli automatizzati, ex art. 36-bis del DPR n. 600.

L’eventuale adesione dovrà essere comunicata entro il 15 ottobre 2024, pertanto avrà effetto già in sede di versamento del secondo acconto 2024.

Chi sono i destinatari?

La proposta da parte del Fisco è rivolta a una platea di circa 4 milioni di contribuenti titolari di Partita IVA che, nel periodo d’imposta precedente a quello a cui si riferisce la proposta di concordato, non abbiano avuto debiti tributari o contributivi pari o superiori a euro 5.000,00.

Nello specifico, la proposta interessa i contribuenti titolari di Partita IVA ai quali si applicano gli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA), a prescindere dal punteggio ottenuto e ai contribuenti che aderiscono al regime forfettario (di cui all’art. 1, co. 54-89 della Legge n. 190/14) che abbiano esercitato l’attività da più di due periodi di imposta.

Non rappresentano cause di esclusioni le violazioni definitivamente accertate di importo pari o inferiori a euro 5.000,00, sia relativi a debiti tributari, compresi interessi e sanzioni, sia per contributi previdenziali definitivamente accertati con sentenza irrevocabile o con atti impositivi non più soggetti a impugnazione.

Non rientrano nel suddetto limite di 5.000 euro i debiti sospesi o rateizzati.

Restano esclusi i contribuenti che non hanno presentato le dichiarazioni dei redditi o hanno ricevuto condanne come la “dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti “e le grandi aziende, alle quali sarà destinata la “cooperative compliance”.

Come aderire?

A partire dal 15 giugno 2024 l’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione la piattaforma online per acquisire i dati necessari per definire il reddito biennale derivante dall’esercizio dell’impresa o di arti e professioni, e successivamente elaborare la proposta.

Al verificarsi di una delle condizioni esposte, il concordato biennale decade:

  • il contribuente modifichi l’attività svolta, su cui è stata elaborata la proposta, nel corso del biennio, salvo il caso in cui le nuove attività prevedano l’applicazione del medesimo indice sintetico di affidabilità fiscale;
  • l’attività venga cessata;
  • qualora venissero meno i requisiti relativi ai debiti tributari;
  • qualora, a seguito di accertamento, nei periodi d’imposta oggetto del concordato o in quello precedente, risultino difformità relative alle passività dichiarate, per un importo superiore al 30% dei ricavi dichiarati;
  • qualora vengano apportate modifiche o integrazioni alla dichiarazione dei redditi, che determinino quantificazione diversa dei redditi o del valore della produzione netta rispetto a quelli in base a cui è stata elaborata la proposta accettata;
  • quando viene omesso il versamento delle somme dovute a seguito dell’adesione al concordato, fermo restando che, anche in caso di decadenza, restano comunque dovuti gli importi oggetto degli omessi versamenti.

I nostri consulenti restano a disposizione per approfondimenti.

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